HCM Felina - TerapiaEziologia e Genetica
Questa patologia può colpire tutti i gatti, ma esiste una maggiore predisposizione in alcune
razze come, ad esempio, Maine Coon, Ragdoll, Sphynx, British Shortair.
Tale patologia può presentarsi in forma primaria o secondaria. La forma primaria è una
patologia ereditaria che può manifestarsi dal punto di vista clinico ed ecocardiografico
prevalentemente dopo la maturità sessuale, mentre la forma secondaria è conseguente ad
altre patologie come ipertensione sistemica, ipertiroidismo, insufficienza renale.
Dal punto di vista della selezione e della prevenzione, la patologia che interessa maggiormente gli
allevatori è la forma ereditaria.
Tale patologia è determinata dall'alterazione del DNA di un
gene che determina una mutazione di tipo autosomico dominante, ad alta penetranza ed
espressività variabile.
Questo gene mutato codifica una proteina chiamata Myosin Binding
Protein C3. In condizioni di normalità, la Myosin Binding Protein C ha lo scopo di aiutare le
fibre di actina e miosina dei miocardiociti a disporsi in maniera ordinata e parallela, ma se
è presente la mutazione le fibre tendono a disporsi in maniera obliqua e/o perpendicolare.
Questa mutazione è stata dimostrata nei gatti Maine Coon e Ragdoll, razze per cui è stato
trovato il gene mutato ed è stato studiato un test genetico per determinarlo.
Per le altre
razze questa possibilità laboratoristica non esiste.
Un gene che subisce la mutazione viene definito P (positivo), se non la subisce viene
definito N (negativo).
Soggetti omozigoti PP sono quindi gatti che vanno esclusi
dalla riproduzione mentre soggetti eterozigoti NP raramente sviluppano la patologia entro i
3-5 anni, (ma ci sono difficoltà nel monitoraggio tardivo di questi soggetti e probabilmente
fattori biologici e ambientali influenzano lo sviluppo di HCM).
Ne consegue che soggetti
NN dovrebbero essere esenti dalla patologia, ma in realtà si è visto che possono
svilupparla.
Il motivo potrebbe essere spiegato dal fatto che l'HCM felina possa essere
causata dalla mutazione di più geni, come nella cardiomiopatia ipertrofica nell'uomo, dove
è stato dimostrato che questa patologia può essere determinata dalla mutazione di circa
10 geni diversi.
Il test genetico nelle razze sopracitate ha perciò dei limiti perché rileva una
sola mutazione: un soggetto negativo al test può comunque essere portatore della
malattia.